destionegiorno
Sono un ex insegnante di scuola media (di francese) , e vivo nella cittadina in cui sono nato (a quindici chilometri a nord-est di Napoli) . Da giovane scrissi un centinaio di poesie (quasi tutte adesso da buttare) in versi liberi (e qualcuna anche quasi ermetica) , ma poi, dopo un letargo poetico ... (continua)
|
eBook italiani a € 0,99: ebook pubblicati con la massima cura e messi in vendita con il prezzo minore possibile per renderli accessibile a tutti.
I Ching: consulta gratuitamente il millenario oracolo cinese.
Confessioni: trovare amicizia e amore, annunci e lettere.
Farmaci generici Guida contro le truffe sui farmaci generici.
Xenical per dimagrire in modo sicuro ed efficace.
Glossario informatico: sigle, acronimi e termini informatici, spiegati in modo semplice ma completo, per comprendere libri, manuali, libretti di istruzioni, riviste e recensioni.
Guida eBook: Guida agli eBook ed agli eBook reader. Caratteristiche tecniche, schede ed analisi |
|
«Il bandoneon ha un aspetto quasi magico, che fu raccontato in modo originale dal cantautore Vinicio Capossela in un’intervista rilasciata a Michela Fregona per il libro "Tangomalìa", ed. "Postcart", Roma, 2005 . Dice, fra l’altro, Capossela: " [ ll mio primo disco di tango fu di ] Astor Piazzolla. Fui preso da quelle lame, da quei lamenti, da quelle implorazioni di violino, da questa musica che mi prendeva a spire, come una mantide. Da allora mi si attaccò il male del bandoneon, questo strumento acuminato (è una lama il tuo respiro d’asma, bandoneon, e se l’ombra, come si dice, è l’anima, allora sarai tu, bandoneon, la lama che me la staccherà dalle scarpe) . Avrei desiderato imparare a suonarlo, addirittura; e quando anni dopo, nel 1989, mi capitò di vedere dal vivo Piazzolla e poi di incontrarlo per strada, stretto tra i suoi compagni di banda, di inseguirlo mentre camminava spedito e di chiedergli così, al brucio, ‘Maestro, come posso imparare a suonarlo, il bandoneon? ‘, e di sentirmi rispondere, masticando riso, ‘Bisogna essere pazzi, ragazzo! ‘, poi sparì, come tutti i cattivi maestri, che ti infebbrano e ti lasciano orfani, ma ti aprono una porta, che poi ne apre un’altra e un’altra ancora, in questa dolorosa catena di bellezza che non ha fine che con la morte, per consumazione, del nostro cuore. "» |
Inserita il 30/05/2020 |
Antonio Terracciano
Di Germania importato in tempi grami,
a tanti tu facesti compagnia,
fedele amico di chi spesso, solo,
s’ingegnava a creare il suo futuro.
E dopo, nei bordelli e nelle sale,
trovasti il tuo destino più adeguato,
facendo innamorare e spesso odiare
chi ambiva a dei legami acuti e intensi.
A differenza di tanti strumenti,
tu rigido non sei: ti tendi al punto
da sembrare spezzarti, insieme ai cuori
umani che ti suonano e t’ascoltano;
t’allarghi e ti restringi, simulando
i movimenti d’animo irrequieto,
cui basta la durata d’un sol tango
per pervenire all’odio dall’amore. | 

|
|
|
Questa poesia è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale. |
|
Non ci sono messaggi in bacheca. |
|
|